Qualcuno aveva dato ordini diversi, ma non tutti lo sapevano.
Non lo sapevano gli studenti che contavano le settimane all’arrivo delle sospirate vacanze estive.
Non lo sapevano i negozi, con le vetrine piene di primaverili abitini dai colori pastello.
Non lo sapevano gli alberi ed i fiori che si ostinavano a tentare di tirar fuori boccioli teneri e indifesi, che non riuscivano a fiorire e sembravano rattrappirsi sotto il vento freddo.
Non lo sapevamo noi, con gli abiti invernali che cominciavano a chiedere pietà, le scarpe sempre bagnate di pioggia, gli ombrelli sfiniti dal gran lavoro, guanti sciarpe e cappelli sempre pronti, in attesa, accanto all’attaccapanni.
Qualcuno aveva dato l’ordine, sì: l’ordine di ricominciare da capo con l’inverno.
Il calendario diceva “Marzo”, ma era di nuovo novembre.
A dire il vero sembrava più ancora un dicembre impietoso, crudele, con nessuna memoria dell’autunno. Un novembre già invernale, solo qualche ora di luce in più.
Ma una luce inesistente, grigiastra, un prolungamento del crepuscolo, un crepuscolo anche al mattino.
Quel giorno, poi, era perfino nevicato. Coltre bianca sotto quelle povere magnolie in boccio.
Neve tardiva?
Ma no, neve precoce. Sta nevicando in novembre.
E le magnolie in boccio?
Non hanno ricevuto l’ordine, non sono state avvisate.
Come “non sono state avvisate”?
Forse non hanno un indirizzo e.mail attivo.
Come non lo hanno? Ce l’hanno sì: magnoliatrees@pennsylvanyaavenue.com
Ecco l’errore: non e’ un indirizzo governativo. Bisogna fornirlo loro: dev’essere un “punto GOV”. In fondo sono o non sono impiegate statali? Impiegate di basso livello, ma pur sempre addette ad un compito governativo: addobbare la via delle parate.
Siamo d’accordo, ma chi vorrà mai fare marce o parate se siamo di nuovo in inverno?
Staremo a vedere. Intanto avvertitele, le magnolie. Non è dignitoso. Sembra quasi una ribellione, invece di ignoranza.
Sara’ fatto. Aggiungeremo anche un “Thank you for your continued patience and cooperation during this year’s protracted winter process”.
Ma chi aveva dato l’ordine?
Le congetture si inseguivano, su internet. Sì, perché i giornali, tutti più o meno governativi, come lo Washington Post, facevano da sottofondo discreto alla decisione che il governo aveva comunicato, cercando di distogliere l’attenzione del pubblico parlando di stupidaggini come la crisi budgetaria federale, il sequester.
Lo snob e wasp New York Times aveva protestato perché le regole politically correct delle alternanze erano state disattese. Ma giusto solo un poco: in fondo la nascita di una nuova minoranza, quella delle primavere in via d’estinzione, era una cosa cui plaudire.
Il Financial Times si era chiesto quale impatto potesse tutto ciò avere sulle borse. Ma si era presto rassicurato per via dell’impennata delle azioni delle industria delle apparecchiature riscaldamento, come sempre in barba ai protocolli di Tokyo e di Lisbona.
Dunque le ipotesi.
1) i catastrofisti si stracciavano le vesti rispolverando le vecchie teorie sul riscaldamento globale, anche se a dire il vero,non si capiva perché producesse tanto freddo.
2) i cospirazionisti avevano trovato inconfutabili prove che una setta giudaico-pluto-massonica aveva creato, in un misterioso laboratorio dell’Alaska medio inferiore, un virus letale che faceva ammalare le specie arboree diventate per questo incapaci di produrre clorofilla. Ne derivava una mancata ossigenazione dell’atmosfera, un ristagno dell’anidride carbonica, nuvole perenni,mancato irraggiamento solare, freddo.
3) gli arcanisti citavano l’adempimento delle profezie cabalistiche di Nostradamus, di Rasputin, di un sonetto di Shakespeare letto al contrario e saltando un verso sì e uno no, nonché la fine del calendario della Terra di Mezzo.
4) i mormoni dello Utah, gli Amish della Pennsylvania, i Mennoniti del Minnesota, i Sefarditi di Park Avenue e i Cavalieri di Colombo si accusavano gli uni gli altri di aver ceduto al modernismo, al revanscismo, all’integralismo, al bubbonismo.
5) Ophra scrisse un nuovo libro e comprò per l’occasione una nuova parrucca; in Italia Giacobbo fece un nuovo documentario sul potere dei Templari, Vespa si fece costruire un plastico dell’inverno, Matteo Renzi incolpò la classe politica di vecchie carampane, incapaci di lasciar posto ai nuovi germogli. Seracini cose l’occasione buona (non per tacere, quando mai!) per affermare che il freddo globale era una corrente d’aria proveniente dalla misteriosa intercapedine dietro cui si celava la Battaglia di Anghiari: sarebbe bastato buttare giù quello stupido Vasari che si interponeva fra lui e la gloria!